MANZONI e il "Barbaro" SHAKESPEARE

                                                                   a cura di Julian Frullani




MANZONI versus SHAKESPEARE
Non mi sento qualificato di parlare di Manzoni, del suo considerevole apporto alla letteratura italiana. E non conosco il suo linguaggio.

Conosciamo la stima di Manzoni per il Bardo. 
Tuttavia, la sua osservazione su Shakespeare, 'barbaro', che riecheggia Voltaire, è deplorevole.
E l'opera Manzoniana ci rivela latitanze e plagi innegabili:

I PROMESSI SPOSI, Capitolo VII:
'Tra il primo pensiero d'una impresa terribile, e l'esecuzione di essa, (ha detto un barbaro che non era privo d'ingegno) l'intervallo è un sogno, pieno di fantasmi e paure.'

BRUTO in GIULIO CESARE: 'Tra l’attuazione di una cosa terribile e il primo impulso, l’intero intervallo è come un’allucinazione, o un orribile sogno.'
(Segue: Lo spirito e le umane facoltà mortali tengono allora consiglio, e lo stato dell’uomo, come un piccolo regno, subisce allora una sorta di insurrezione.)

Nel vasto ambiente dello spettacolo, le opere di William 'Barbaro' Shakespeare sono tuttora le più rappresentate. Ditelo a Manzoni!

EPILOGO
Shakespeare: Chi mi chiama “Barbaro?”.
'Un certo Manzoni.'
'Chi è questa libellula? 'Dost know this waterfly?' (Hamlet).