Edicole votive e tabernacoli


                                                                  a cura di Elisabetta Brunetti

   Le edicole votive o tabernacoli raccontano la storia della devozione popolareTutta la campagna toscana è cosparsa di queste testimonianze della spiritualità contadina.  Di origine antichissima, erano già presenti in epoca Greca e poi Romana.

   La loro ubicazione spesso in corrispondenza degli incroci dei viottoli potrebbe derivare da una pratica religiosa diffusa nel mondo pagano che dedicava a Mercurio i punti d’incontro di tre vie.

    

  
   Presso i latini l’edicola era il fondo del tempio o la nicchia o tabernacolo in cui era custodita la statua del Dio e si usava anche per riporvi le immagini degli antenati, i busti di famiglia e le divinità tutelari della casa. Con l’editto di Teodosio I nel 397 d.C questa pratica fu maggiormente sostenuta, furono però sostituiti i temi di adorazione pagana con quella cristiana.

   Esempi di arte minore, le troviamo nelle nostre strade di campagna sotto diverse forme, agli incroci come agli angoli delle case e raffigurano principalmente la Madonna o i santi protettori del bestiame oppure si tratta di croci lignee con un basamento in cemento. 



   Negli incroci rischiaravano la notte con i lumini a favore dei viandanti, oppure venivano eretti per ringraziamento da uno scampato pericolo quale siccità o carestia o epidemia o a protezione dei raccolti o del bestiame.



   Nelle strade i tabernacoli sono a forma di edicola mentre possono essere inseriti anche più semplicemente nelle case coloniche o nei rustici, in rudimentali nicchiette ricavate dentro lo spessore dei muri. 




   Molte sono in completo abbandono e rischiano anche di cadere ma notando i fiori che sono apposti (per la maggior parte di plastica) su alcune, si deduce che sono ancora oggetto di qualche tipo di devozione.