SCUSAMI, TU PARLI L'ARABO, IL PERSIANO E IL SANSCRITO?

                                                        a cura di Julian Frullani


- L'arabo lo parlo solo quando mi reco a Sciarmelsceic per il weekend e bevo un po' di alcol! Ma qui si parla solo il Campigiano.
- Ma hai già detto una parola in arabo. ALCOL, cioè Al-kuhl, che era una polvere per annerire le sopracciglia. Ma in italiano abbiamo parole arabe a bizzeffe. E anche quella parola viene dall'arabo. E dal persiano e dal sanscrito.
- E chi è San Scrito? Che Santo è?
- Non è un Santo. E' una antica lingua dell'India! Ma dicevo, ti piace la frutta?
- Sì? Allora?
- Quando facciamo la spesa, usiamo molte parole da queste tre lingue, un po' contorte per adattarsi all'orecchio e al palato toscano.

LIMONE, 
arabo-persiano, laymun. ARANCIA, arabo, narang, sanscrito nagaranja, e naranja in spagnolo. Molto apprezzato dall'elefante. Sono stati gli Arabi a introdurre gli aranci in Sicilia. Ma l'albero è "Made in China". Galileo lo chiamava "Arancin della Cina". 

MELANZANA,
 forma di mela, e con l'arabo, badingian. Si pensava, anticamente, che questo frutto era la causa della follia. Chiamata anche mela insana. Dall'Oriente, gli Arabi la introdussero in Europa. Si conosceva con il nome 'petronciano'.



ALBICOCCA, al-barquq, in spagnolo, albercoque, ma dal latino praecoquum, una frutta precoce. 

ZUCCHERO, sukkar, un connubio di arabo e indiano sanscrito, in origine granelli di sabbia.

ZAFFERANO, arabo-persiano, za'faran.

Poi abbiamo il CARCIOFO, al-kharshof. 




E lo ZIBIBBO è arabo per uva passa.

Sai una cosa? L'arabo si scrive e si legge da destra a sinistra. Per leggere un libro bisogna iniziare dall'ultima pagina. La scrittura è solo corsiva. Anche quando si parla, si parla da destra a sinistra. E in corsivo.

Ma davvero?